Lista delle S-malattie consigliate #37: sbagliare

Buongiorno come stai? Ci siamo salutati settimana scorsa, parlando di eroi.

Ma qual è il presupposto per diventarlo?

Più di ogni altra cosa, penso sia impossibile riuscire a compiere gesta memorabili senza AGIRE, senza dei fatti concreti, sbagliando anche, se necessario.

Nessun uomo o donna che è vissuto, vive e vivrà su questa Terra è esente da errori.

Se dunque è impossibile evitarli, cosa si può fare a tal proposito?

Lo spiega bene l’attore Will Smith in questo video.

Sbagliare è il miglior metodo per diventare esperti in qualcosa. Ovvero, raggiungere l’esperienza necessaria per poter padroneggiare una materia o un mestiere.

Allora perché siamo tanto riluttanti all’idea di fallire? Incastrandoci cosi, in una forma utopisticamente perfetta, ma privandoci della vera sostanza di cui è composto ogni successo?

In questo articolo tratto proprio questo argomento.

Ho scelto sbagliare come s-malattia perché è fondamentale accettare i nostri errori e le conseguenti critiche o giudizi. È praticamente impossibile darsi da fare sperando di evitarli per tutta la vita. Infatti di solito, si finisce per farsi paralizzare dalla paura e non agire affatto. 

Credimi, ci ho messo davvero tanto a sposare questo nuovo stile di pensiero, ma ora più che mai mi rendo conto che senza, è altamente improbabile apprendere e crescere.

Nell’ultimo libro che sto leggendo, Il Metodo Ultralearning, di Scott H. Young, l’autore cita la storia di due giovani poliglotti e di come lo sono diventati.
Ogni tre mesi si spostavano da un posto all’altro, iniziando fin da subito a parlare la lingua locale, anche tra di loro. Gli errori fatti dai due ragazzi sono ovviamente enormi.

Ma lo sono stati anche i risultati raggiunti dopo un solo anno, visto che hanno imparato a parlare fluentemente quattro lingue.

Come avranno fatto i due, a superare l’imbarazzo e la frustrazione di cimentarsi in questa impresa, impedendosi di parlare, anche fra di loro, la lingua natia?

Onestamente non lo so.

Ma mi sono fatta l’idea che per loro il risultato che volevano raggiungere, era molto più importante di quel disagio momentaneo. 

Penso che procedere per tentativi continuando a errare sia completamente inutile, solo se non si è disposti a imparare da quegli errori.

Spesso si sbaglia non per mancanza di attenzione o cura in ciò che si sta facendo, ma per carenza di strumenti o strategie adeguate.

Tuttavia ho avuto il piacere di constatare che un errore, se compiuto in buona fede, viene spesso premiato per l’intenzione. Anche se il risultato in sé non è dei migliori.

I miei articoli ne sono un esempio lampante. 

So che se prima di elaborare qualsiasi articolo, avrei aspettato di allinearmi, allo stile dei miei autori preferiti, probabilmente, non avrei scritto nemmeno una parola.

Allo stesso tempo, cosa ancor più grave, non avrei mai avuto la possibilità di migliorare dai miei errori.

Tutto ciò è diventato reale solo quando mi sono chiesta sinceramente:

Se quegli strafalcioni, sono la strada che mi porta dove voglio veramente arrivare nella vita, allora, che importanza ha, di quanti ne faccio?

Ciò non significa che bisogna farli di proposito. 

Semplicemente, si impara a convivere con quella parte erronea, o per meglio dire, umana, che ognuno di noi ha. 

Perché questa è l’unica strada percorribile per realizzare qualcosa di più grande.

Ormai lo sai, lo dico sempre…

A volte basta solo un primo passo per cambiare il mondo,
ma per rivoluzionarlo davvero, non può restare il solo.

Ecco perché non mi fermo e continuo, parola dopo parola, virgola dopo virgola, a inseguire il mio sogno.

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Questo blog nasce dall’incontro di tre persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

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