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Sguardi culturali

È possibile trovare un ordine delle cose e chi lo sceglie?

Gerusalemme. Tra i labirinti delle sue mura millenarie e le storie avvincenti che là sono accadute, si dipana la trama emotiva di Rachele Zwillig, protagonista del romanzo d’esordio della regista milanese Lara Fremder. Si intitola “L’Ordine Apparente delle Cose” ed è edito da Gabriele Capelli. Il libro, che affronta il complesso tema dell’eredità della Shoah e la ricerca identitaria di coloro che sono cresciuti tra le ombre del passato, è stato scritto qualche mese fa – insomma prima dell’attacco di Hamas contro Isreale dello scorso 7 ottobre e prima della conseguente reazione atroce che Israele sta ancora perpetuando ai danni di tantissimi civili

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Parole e parolacce

Fast fashion

Il Fast fashion (“moda veloce”) è il termine accattivante con cui i produttori e rivenditori di moda pubblicizzano un tipo di abiti “usa e getta”, di scarsa qualità e a basso prezzo, destinati a essere sostituiti rapidamente da nuovi modelli da immettere continuamente sul mercato.  Il consumatore è ovviamente attratto dalla possibilità di essere continuamente al passo con le tendenze di una moda in continuo e rapido cambiamento a prezzi abbordabili per tutti. Il successo di questa produzione   fa leva anche    su meccanismi di acquisto compulsivi a cui specie il pubblico più giovane sembra particolarmente sensibile.  Il termine fu coniato dal New York Times nel 1989 quando Zara aprì

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Intersezioni

Aggiornamenti da un Iran passato in secondo piano

Ormai è chiaro, la nostra attenzione non è in grado di soffermarsi su troppe questioni sensibili contemporaneamente, soprattutto se scuotono sgomento e dissenso. I nostri cervelli sono ormai abituati da anni a definire automaticamente le priorità su cui investire emozioni.  Dopo esserci ripresi da poco dal grande unico tema dell’epidemia di Corona Virus, che ha sbaragliato qualunque altro conflitto o emergenza umanitaria, a parte una breve parentesi di sconcerto nell’agosto del 2021, quando i talebani sono rientrati serenamente e senza nessun tipo di resistenza in Afghanistan, è esplosa la guerra in Ucraina. Lo sdegno internazionale per un’invasione così cruenta e così vicina all’Europa

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Corrispondenze

Il Ruanda trent’anni dopo il genocidio

Fra aprile e luglio 1994 in Ruanda esponenti dell’etnia hutu massacrarono circa ottocentomila esponenti dell’etnia tutsi e anche un certo numero di hutu moderati. A trent’anni di distanza vale la pena analizzare i progressi compiuti dal Paese e i problemi che rimangono ancora aperti; questo è anche un modo per contrastare un certo tipo di informazione molto diffusa alle nostre latitudini che considera l’Africa un’entità indifferenziata di cui occuparsi solo quando avvengono fatti eclatanti, specie se negativi. Alcuni responsabili del genocidio sono stati nel frattempo   processati da tribunali ruandesi, dal Tribunale internazionale per il Ruanda istituito nel 1994 dal Consiglio di sicurezza dell’Onu

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molenbeek
Corrispondenze

Al Cafè Milano: storie di emarginazione che uniscono l’Italia e il Belgio

È la puzza di fumo, la prima cosa che ho percepito. Anche se è strano: nel locale non è ammesso fumare. Il fumo e poi il caos. Ci vuole un attimo per mettere in ordine queste percezioni: entri, ti investe l’odore del tabacco che rimane tra i capelli e i vestiti, poi è come perdersi in un mercato, a una fiera patronale del sud, di trent’anni fa, come quelle da film. Un vociare caotico e per nulla armonico, in una lingua che è un miscuglio di dialetti e parlate, c’è un po’ di italiano, qualche parola in francese, tanto siciliano – che io

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Corrispondenze

“Cile Italia, sola andata. Storia di un profugo cileno”

“A volte, per le vicende che ho vissuto, mi sembra di aver più anni di quelli dichiarati dal certificato di nascita, ma mi sveglio ogni giorno pensando a cosa faremo domani e quel pensiero mi tiene vivo, sperando in un futuro migliore”. “Cile, Italia, sola andata” è il viaggio fisico (“Dalle Ade agli Appennini” dice scherzosamente l’autore) ma anche esistenziale compiuto da Hector “Mono” Carrasco che con questo testo aggiunge un prezioso tassello al racconto della   sua ricchissima esperienza umana, artistica e politica. Nulla meglio delle parole citate all’inizio riflette lo spirito di quest’ultima fatica letteraria e la visione del mondo dell’Autore. https://www.unilibro.it/libro/carrasco-hector-mono-/cile-italia-solo-andata-storia-profugo-cileno/9788894539257

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Questo blog nasce nel febbraio del 2021 dall’incontro di persone emigrate volontariamente in età adulta dall’Italia in Svizzera e che in questo Paese hanno realizzato esperienze diverse in vari ambiti lavorativi e culturali. 

 

Ci anima la volontà, a partire dai nostri interessi e dalle nostre conoscenze, di valorizzare positivamente tutto ciò che rende ricca e interessante l’esistenza e per questo riteniamo indispensabile sconfinare, andare oltre i confini entro i quali nascono i muri dei pregiudizi e dei luoghi comuni che dividono le nazioni, le etnie, i generi e gli orientamenti sessuali. 

In questo senso il nostro blog va controcorrente rispetto all’aria di chiusura che si respira un po’ ovunque.

 

Non partiamo da un programma rigidamente predefinito ma da un’ispirazione e da esigenze di fondo che in qualche modo ci indirizzano, almeno in partenza, verso alcune tematiche, con il chiaro intento di allargare progressivamente il nostro orizzonte insieme a chi vorrà darci una mano con i propri testi e con i propri commenti; a loro non chiederemo mai di condividere in tutto e per tutto le idee che via via ciascuno di noi esporrà ma di essere in sintonia con lo spirito che ci anima.

 

REDAZIONE

Valeria Camia 

Alice Malerba

Alessandro Vaccari

 

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